lunedì 13 marzo 2017

quando un sogno può cambiare la vita di tante persone

Nessun testo alternativo automatico disponibile....se dovessi pensare ad un luogo, ad una città come culla della musica Italiana penso a Genova, invece questa sera, grazie a Giungla-Moderna sono stato invitato al Nona, bellissimo locale della Riviera Romagnola affacciato sulla spiaggia di Riccione dove ho potuto incontrare i ragazzi fondatori di Electrovibe, gruppo musicale formato da quattro artisti che grazie al loro talento musicale, cercano di trasformare quelle sette note tra le righe in pane da mettere in tavola.
Nel momento stesso in cui li ho visti ho capito che il "rasta" ovvero Filippo Tirincanti è l'estro, è la colla del gruppo, abbastanza pazzo e molto artista. Incoerente, polemico con un grande bagaglio di esperienza musicale in giro per il mondo. Oltre 10 anni in Germania, qualche anno in America a suonare con artisti del calibro di Sananda Maitreya ovvero Terence Trent D'Arby, Fabrizio Bosso, Jesto Funk e molti altri. Come i veri artisti, non nasconde la sua guerra quotidiana nel combattere una non-cultura musicale italiana, causa naturale di radio, programmi televisivi, media e social dediti al soldo piuttosto che all'arte. Filippo quando parla di musica non scende a compromessi, la musica è arte, non è marketing e non è solo una chitarra, ma è esperienza, è sofferenza, è vita.
Simone invece, senza ombra di dubbio è il più giovane del gruppo, parla di Electrovibe con la forza e l'energia di una chitarra elettrica suonata da Hendrix. Trattiene a fatica il suo corpo parlando di musica, le dita della sua mano continuano a ritmare sulla gamba destra mentre cerca di spiegarmi che il progetto del gruppo non è solo quello di suonare tanta buona musica, ma anche e sopratutto di trasmettere emozioni.
...è la volta di Alberto detto Mello. Barba lunga, occhi spiritati e sguardo da duro a nascondere una dolcezza che non ti aspetti...Mi pare di capire che Alberto rivesta il ruolo di razionale del gruppo, un pò il rompiscatole di turno con il compito di smontare i grandi sogni degli artisti suoi compagni di viaggio in questa splendida avventura chiamata Electrovibe, ma è anche e sopratutto il tastierista del gruppo. Mi parla di questo progetto nato con una birra tra le mani con l'intento di coinvolgere, e trasportarti in un mondo tutto loro. Non è da tutti riuscire a trasformare delle anonima, fredde onde sonore in qualcosa che possano scaldare il cuore e farti ballare.
Pensavo di essere in fase di chiusura, quando vedo arrivare un ragazzotto con un cespuglio di capelli, una collana d'oro al collo alla Piè Baracus ed un cappotto viola il quale mi dice: "Ciao, sono Michele Iaia, batterista del gruppo". Nonostante la sua prepotente presenza, intuisco
la sua timidezza, e lo metto alle strette puntandogli in faccia la telecamera e gli chiedo di spiegarmi come la sua batteria acustica possa integrarsi con tutti quei suoni elettronici del gruppo e lui semplicemente mi invita ad ascoltare la musica degli Electrovibe.
4 artisti con la pelle macchiata dal sole, con le labbra screpolate dal sale del mare, con le scarpe consumate dall'esperienza, ma con un grande sogno comune, la MUSICA, se ne volete sapere di più, se avete piacere di conoscerli meglio, seguiteli nella loro pagina Facebook dove troverete date, foto, appuntamenti e molto altro.
 

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...già si parla di economia 4.0, finanza 4.0, storie 4.0...ma voi sapete cosa vuol dire? Ci dicono che per avere successo sul web bisognere...